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Ristrutturazioni e Restauri

Casa Martinelli

Soave, Verona, (2008 – 2010)

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All'epoca della costruzione della cinta muraria, sorta nel XIV secolo ad opera di Cansignorio della Scala, secondo il piano urbanistico, il centro abitato di Soave si sviluppava lungo un asse principale tra Porta Aquila e Porta Verona, due delle tre originarie porte di accesso alla città, l'una a nord verso la vallata, l'altra a sud verso l'antica Via Postumia. Su questa direttrice si affacciano tuttora gli edifici con funzioni pubbliche o religiose: il Palazzo detto dei Conti Sambonifacio (XIII sec.), il Palazzo dei Capitani (1375), il Palazzo di Giustizia (1375), la nuova Chiesa Parrocchiale (1303) e, in prossimità di "Porta Verona" troviamo, ad angolo tra Via Roma e Piazza Mercato dei Grani, la bella Casa Martinelli. Di forma quadrata, la piazza era l'antico Mercato dei Grani, come testimoniavano alcune pietre squadrate poste in essa e utilizzate nei tempi passati per misurare i cereali. Alcune quinte architettoniche che definiscono questo spazio urbano sono ancora di interesse storico, altre invece sono state "rivisitate" in modo poco ortodosso tra gli anni '60 e gli anni '80. Casa Martinelli, costituita da due corpi di fabbrica contigui, con altezze diverse si offre su piazza "Mercato dei Grani" con la forometria originale ad eccezione di alcune finestre manomesse recentemente al piano terra. Dopo l'intervento edilizio possiamo asserire che nessuna violazione è stata recata al manufatto in oggetto, nessuna alterazione o sostituzione dei materiali che la componevano è stata messa in atto; le stratificazioni realizzate in ragione di uno sviluppo economico e sociale di un lontano e recente passato sono state mantenute e rese percettibili in questo piccolo ma splendido vuoto urbano.

Corte Tebaldi

Soave, Verona, (2006 - 2007)

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A Soave gli insediamenti rurali in collina, caratterizzati da corti, sono rari e di modeste dimensioni; il loro sviluppo è stato storicamente inibito sia da fattori di ordine morfologico che di ordine politico-economico. L’intervento edilizio per questi edifici di valore storico, architettonico e ambientale, è tesa a “sfruttare” l’alto valore paesaggistico dei luoghi naturali mantenendo inalterati i fondamentali tratti tipologici e costruttivi la cui permanenza è essenziale per il riconoscimento dell’identità originaria del tessuto urbano e come testimonianza della tradizione costruttiva locale. L’intervento assicurerà la conservazione, il ripristino o, in taluni casi, il rinnovamento dell’involucro edilizio originario, con riferimento sia ai caratteri geometrici che ai caratteri formali e compositivi. Particolare cura sarà rivolta all’uso di materiali tradizionali affiancati ad una tecnologia avanzata con particolare attenzione alle fonti energetiche eco-compatibili.

Ristorante "Lo Scudo"

Soave, Verona, (2006 - 2007)

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Nella cinta muraria che sale ad oriente verso la rocca, si aprono le uniche vie di accesso presidiate a sud da porta Verona che introduce al viale centrale, a nord da porta Aquila che immette al settentrionale borgo di Bassano, ad est dalla quattrocentesca porta Vicenza che conduce all’antichissimo borgo Covergnino. Ci piace pensare che su questa via esistesse anticamente una locanda per il ristoro dei viandanti. Il titolare dell’apprezzato ristorante lo Scudo, citato dalle migliori guide eno-gastronomiche italiane, attualmente in corte Sant’Antonio, per ragioni di spazio e di parcheggio, ha ritenuto di trasferire l’attività in borgo Covergnino acquistando un edificio abbandonato da tempo che gode di una vista impagabile delle mura che portano al Mastio di Cansignorio. La necessità di recuperare spazi nell’interrato ci ha costretti alla parziale demolizione di una parte del fabbricato per poi fedelmente ricostruirlo; ripristinare il precedente muro di cinta in sasso, rimettere in piedi l’arrugginito cancello, ricollocare la greppia di pietra, riproporre i tradizionali piatti della cucina locale ai nuovi “viandanti”.