Via Roma, Soave, Verona (2010)
Al secondo e ultimo piano di un edificio ottocentesco, dal quale si scorge Porta Verona, è stato recuperato uno spazio abitativo mansardato, angusto e stretto, di appena 40 metri quadrati utili
Siamo a Soave, nel cuore della cinta muraria scaligera, in prossimità di Piazza Mercato dei Grani, dove spicca la bella facciata del nostro edificio, tra le cortine edilizie storiche che ornano sui due lati la direttrice viaria principale, su cui affacciano anche il Palazzo detto dei Conti Sambonifacio (XIII sec.), il Palazzo dei Capitani (1375), il Palazzo di Giustizia (1375) e la Chiesa parrocchiale (1884).
Non potendo operare nella riorganizzazione degli spazi interni, si è concentrata l'attenzione sulla rivisitazione e la sistemazione degli elementi di arredo e sulla valorizzazione di possibili rinvenimenti di tracce del passato da scoprire sui muri, una volta tolti gli intonaci dalle pareti. Alla fine siamo stati accontentati, appagati da quei pochi segni che la storia ci ha riservato: la scoperta di una porta di pietra che annunciava altri spazi abitati, una piccola nicchia nel muro di sasso, dimora di un'immagine sacra o, ancora, decori sbiaditi e frammenti di colore su tavole di vetusti solai di legno.
In ragione di questa limitata superficie residenziale abbiamo operato delle scelte "forti" come, ad esempio, il rivestimento di un'intera parete del bagno realizzata in travertino a ricorsi sconnessi, o il pavimento in Doussié Africa che dal bagno, firmato Versace, si riversa ovunque accogliendo pareti in cotto, in vetroresina, intonaci e colori "Pompeiani" della Linea Edilizia Boero. La scelta di elementi di arredo smisuratamente classici, contrapposti a componenti moderni, hanno caratterizzato lo spazio rendendolo stimolante e personalissimo. Ecco che allora, poco ha interessato la disposizione dell'esiguo spazio vivibile; ogni porzione del piccolo appartamento è valorizzato nel dettaglio o fornito dall'arredo: la cucina Scavolini segue l'andamento del tetto mansardato e lo spazio stretto e oblungo delle pareti, che nel soggiornino raccolgono numerosi quadri. Il piccolissimo vano, trait d'union tra la zona notte e la zona giorno, con il soffitto decorato, diventa non solo funzionale al disimpegno, ma luogo caratterizzante di tutto l'alloggio: annuncia la camera, dove si impongono, per bellezza, un comò ed uno specchio ottocenteschi. Qui, provocatoriamente, sono stati contrapposti un letto e una poltroncina in stile Shabby, vestiti con tessuto Provence di Pierre Frey.
Protagonista è comunque la luce. Ogni angolo, ogni oggetto, ogni soprammobile gode di una propria e personalizzata fonte di luce, nulla è casuale: i corpi illuminanti a stelo di Flos Toio e Artemide Acheo valorizzano luoghi appartati, viceversa, con luce indiretta di Flos Pochette, si addolciscono i volumi e le altezze dei locali. Solo i faretti direzionali di Kri Lucitalia stanno a esibire puntualmente ogni particolare e ogni dettaglio di alcune opere scultoree e pittoriche, ora svelate, raccolte nel tempo e nello spazio di una vita.